“E’ sconcertante come dell’emergenza rifiuti Palermo non si senta quasi parlare, mentre la situazione diventa ogni giorno più pesante non solo per la città ma per una vasta area circostante la discarica di Bellolampo, che risulta gravemente inquinata. Sono evidenti le responsabilità storiche nella politica regionale dei rifiuti tanto che la Sicilia è saldamente all’ultimo posto per le percentuali di raccolta differenziata rispetto alle altre regioni. Ci sono forti interessi politici di parte che impediscono all’emergenza di occupare le prime pagine dei giornali e le aperture dei Tg. Ben altro è stato l’atteggiamento nei confronti dell’emergenza campana. E’ necessario che alla popolazione arrivi un’informazione corretta sia sulle cause che sulle soluzioni – conclude Cogliati Dezza- e la prima cosa da fare è partire con una seria raccolta differenziata”.
Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza commenta l’emergenza rifiuti che ha travolto Palermo e il grave inquinamento dovuto alla grande quantità di percolato fuoriuscito dalla discarica di Bellolampo.
“A Palermo infatti – ha aggiunto il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana – i riflettori dovrebbero essere puntati direttamente sulla maggioranza di centro destra che qui governa da ben sette anni consecutivi e che ha trasformato l’Amia in un carrozzone clientelare fino a portarla al fallimento. Questa emergenza – continua Fontana – non è paragonabile a quella campana del 2007, dove esisteva un problema di capienza delle discariche, qui il disastro è frutto della totale incapacità gestionale di una società ormai in amministrazione controllata, e dei gravissimi errori venuti alla luce con la progettazione la realizzazione dell’ampliamento della discarica di Bellolampo attuati dalla stessa Amia. E’ inaccettabile dunque che per giustificare la devastante situazione di cui è responsabile, la giunta Cammarata utilizzi l’alibi del blocco degli inceneritori mentre l’Amia non ha neppure i soldi per riparare i mezzi che dovrebbero raccogliere i rifiuti per strada. Basti pensare – conclude Fontana – che in almeno due occasioni è addirittura intervenuto il governo nazionale a ripianare inutilmente il buco di decine di milioni di euro dell’ex municipalizzata”.
Secondo Legambiente poi, il fatto che l’ex governatore Cuffaro abbia puntato sull’incenerimento del cento per cento dei rifiuti ha impedito che in Sicilia si realizzasse un vero sistema di gestione integrata centrato sulla raccolta differenziata così come previsto dalle direttive europee e dalla normativa nazionale (Dlgs152/06).
“Il piano d’incenerimento di Cuffaro – conclude Fontana – lungi dall’essere la soluzione del problema, negli ultimi otto anni ha enormemente aggravato l’emergenza rifiuti in Sicilia. L’inversione di tendenza ad opera dell’attuale governo regionale, originata da una condanna della Corte di Giustizia europea e dal 2003 più volte richiesta da Legambiente, sta portando oggi alla redazione di un nuovo piano e va sostenuta con convinzione perché è l’unica che può garantire non solo l’uscita dall’emergenza, ma finalmente la creazione di un sistema integrato dei rifiuti anche in Sicilia”.