L’inquinamento da pneumatici e la svolta ecologica

 

L’inquinamento da pneumatici rappresenta oggi una seria minaccia per l’ambiente, ma l’utilizzo di pneumatici ecologici può contribuire a ridurre i rischi per la salute.
Pneumatici e inquinamento
Durante l’utilizzo, gli pneumatici rilasciano nell’atmosfera sostanze tossiche e cancerogene come idrocarburi e policiclici aromatici, sotto forma di vapori. Sostanze inquinanti che, in alcuni modelli, raggiungono dei quantitativi davvero eccessivi, rappresentando un concreto rischio per la salute della persona e dell’ambiente.
A questo, aggiungiamoci che dismettere un pneumatico incide notevolmente sull’inquinamento, in quanto impiega circa 100 anni prima di decomporsi del tutto, abbiamo due dati non troppo eco-incoraggianti. Ma allora cosa si può fare? Purtroppo ancora non esiste uno pneumatico perfetto, ossia un modello in grado di garantire buone prestazioni su tutti i tipi di strade e in condizioni atmosferiche difficili, buona stabilità, poco rumoroso e con un rilascio di sostanze inquinanti molto basso.
Le case produttrici di pneumatici e gomme ci stanno però lavorando, raccogliendo la sfida ecologica e seguendo le direttive imposte dall’Unione Europea nel 2012 circa un profilo ecologico dello pneumatico, un’etichetta che ne decreta il grado di impatto ambientale su riporta diverse voci.
Sia marchi storici come Pirelli, Michelin e Peugeot sia piccoli produttori sono oggi in grado di mettere sul mercato pneumatici ecologici in grado di aiutare l’ecosistema.
Pneumatici ecologici
Ma allora come possono gli pneumatici diventare ecologici? Ci sono innanzitutto gli pneumatici rigenerati, detti anche ‘ricostruiti’.
Per almeno 3 volte, in effetti, uno pneumatico può essere rigenerato o ricostruito, sostituendone il battistrada, ovvero la parte che maggiormente si usura. Questi pneumatici vengono riportati in vita osservando il medesimo protocollo di uno pneumatico nuovo, dunque non sono usati.
Rigenerare uno pneumatico consente di risparmiare mediamente 20 litri di greggio (per costruirne uno ex novo, si utilizzano 25 litri, mentre per uno rigenerato solo 5). E costano anche la metà! Ma se non volete fermarvi a questo, forse sarete interessati agli pneumatici ecologici.
Quest’ultimi rappresentano l’ultima tendenza in fatto di motori e ecologismo. Ma come sono fatti e in che maniera riescono a contribuire all’ecologia?
Per ‘pneumatico ecologico’ si intende una tipologia di pneumatici caratterizzati dal considerevole utilizzo di bio-componenti alternative, come oli naturali e caucciù, a fronte del petrolio e della gomma industriale. Anche materiali quali il succo d’agrumi convincono sempre più le case produttrici, che fioriscono in tutte le parti del mondo come, ad esempio, la Thailandia, ricca di materie prime come appunto il caucciù.
In che modo varia l’impatto del pneumatico sull’ambiente? In maniera positiva! Infatti, l’utilizzo di materiali naturali consente una consistente diminuzione del peso, della resistenza al rotolamento e della rumorosità, oltre che delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.
Ulteriori informazioni sui pneumatici ecologici potrete averli qui.

 

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