Aziende e non solo sono ormai abituate al concetto di controllo di qualità e la quantità di professionisti del settore che si stanno proponendo come supporto in questo ambito sono molti ed orientarsi per le imprese sembra davvero come inoltrarsi in una giungla.
IL RUOLO DELLA MACCHINA
Non è più possibile pensare alla macchina come un ammasso di pezzi metallici assemblati per realizzare questo o quello.
La strumentazione tecnica grande o piccola che sia a disposizione delle aziende è una vera e propria risorsa oltre ad essere la principale forza lavoro. Ogni risorsa ha delle esigenze deve essere quasi coccolata.
Ricordate il trattore del nonno, ora è una macchina agricola che per arare il campo non ha più solo bisogno di una manutenzione artigianale ma di in minuzioso controllo di qualità eseguito da un officina autorizzata che il più delle volte confidi non ripeta le stesse operazioni che faceva l’anziano ometto.
Per non parlare se hai un azienda che ha grandi macchinari industriali, se il pezzo che viene prodotto si discosta di pochi centesimi di millimetro da quello ordinato o progettato c’è un ufficio apposta pronto a rivalersi e qui iniziano gli incubi. Non puoi più chiamarle macchine, quindi, sono più preziose di gioielli, devi curarle e proteggerle quasi come un figlio.
QUANDO IL CONTROLLO DI QUALITÀ FA LA DIFFERENZA
Naturalmente non è possibile pensare ai controlli sui macchinari e la produzione di strumenti di precisione atti a mantenerne elevata la qualità una mera attività che arricchisce qualcuno da un lato e impoverisce l’imprenditore dall’altro. Ad esempio il campo della strumentazione medicale ha beneficiato non poco del controllo di qualità.
Se ci fossero stati i controlli di qualità la famiglia Röntgen ( scopritrice della radiazione ionizzante ) sarebbe stata forse più longeva.
Gli attuali strumenti usati in medicina hanno dei componenti che necessitano di controlli di qualità e le aziende che si sono aggiornate vengono giustamente definite “virtuose”.
L’EVOLUZIONE DELLA MACCHINA: DAGLI ANNI ’70 AD OGGI
Il processo che ha portato i macchinari a diventare sempre più sofisticati ma anche sempre più indispensabili parte da lontano. L’industrializzazione ha spaventato immediatamente la classe operaia che vedeva negli anni settanta, l’innesto tra le risorse lavorative del mezzo meccanico, come invasivo e a volte drammatico per l’economia familiare.
Le lotte operaie diventate famose contro la macchina hanno portato l’immaginario collettivo a vedere questi strumenti come freddi oggetti pronti a fagocitare speranze e progetti.
Inizialmente è stato così, ne è testimone la filmografia di quegli anni nei quali le macchine spesso si sono trasformati in mostri, capaci di sentimenti come odio, avidità, fama di potere, egoismo. La convivenza, quindi, tra uomo e macchina non è iniziata con i migliori auspici.
Gli anni ottanta e novanta potremo definirli come gli anni della scoperta, proprio come in una coppia dove i due protagonisti all’inizio proprio non si sopportano anzi si promettono un odio profondo, i fatti hanno dimostrato che la collaborazione può sfociare in un’amore sconfinato. Così è stato! Lavori di precisione o molti pesanti venivano sostituiti da macchine che ubbidivano ai comandi dell’uomo e l’operaio si sentiva quindi in mano un potere che prima non aveva: poteva sottomettere ai suoi voleri qualcuno.
Usare bene, quindi, la macchina poneva il lavoratore in condizione di favore agli occhi dell’imprenditore, quasi indispensabile per il processo produttivo e così quello strumento del terrore non era più un “ruba lavoro” ma un affidabile alleato.
DIRITTI E DOVERI DEGLI AFFIDABILI COLLEGHI INANIMATI
Ed eccoci ai nostri giorni dove macchine, strumenti di precisione, e quant’altro sono i nostri instancabili colleghi e come gli esseri umani hanno diritti e doveri, devono funzionare correttamente ma devono anche essere curati e soggetti a manutenzione.
Se avessimo una gamba più lunga di un’ altra ci lamenteremo, se avessimo un occhio invece che due vivremo peggio, così le aziende che curano e controllano le macchine sono diventare preziose e importanti per ogni attività. In questo ambito ci siamo imbattuti nella famiglia Rotondi che potremo definire la “beauty farm” della macchina. Vi invitiamo a consultare il loro sito https://www.rotondi.it
La famiglia Rotondi ha da anni un azienda che ha fatto della macchina e non solo la propria ragione di vita improntando controlli di qualità per diversi settori della filiera produttiva.
Certo se le macchine potrebbero parlare forse non sentiremo molte parole di amore nei confronti dell’uomo per questo conoscerle bene, rispettarle e considerarle delle alleate renderanno il rapporto migliore.
Comments
You may also like
-
Sostenibilità dell’industria: sfide per guardare al futuro del Pianeta
-
Crediti di carbonio e social token: cresce il network di Celo Clima Collective
-
Sostenibilità ambientale: abitudini sempre più green per un futuro migliore
-
Packaging sostenibile, cos’è e perché piace sempre più ad aziende e consumatori
-
I sistemi dinamometrici