La bioedilizia sta prendendo sempre più piede. Gli arredi stanno diventando sempre più ecologici infatti e realizzati con materiali naturali al 100%. I tessuti sono sempre più bio ed etici. Sì, l’ecologia sta finalmente entrando in modo intenso nelle nostre case. C’è ancora però davvero molto da fare.
Prendiamo ad esempio il legno. Il legno è senza alcun dubbio un materiale naturale ed ecologico. Non tutte le tipologie di legno possono però essere considerate davvero amiche dell’ambiente in cui viviamo. Alcuni legni sono stati infatti nel corso degli anni utilizzati in modo eccessivo, sono legni inflazionati che purtroppo possono portare al disboscamento di alcune zone e alla distruzione di habitat ed ecosistemi. Ecco perché sarebbe bene favorire l’accesso nelle nostre case di legni sostenibili dal punto di vista ambientale.
AHEC – American Hardwood Export Council sono oltre 30 anni che si batte proprio per questo, per far sì che legni poco conosciuti e utilizzati possano entrare nelle nostre abitazioni, legni che sono sostenibili perché disponibili in quantità davvero molto elevate, legni che derivano da piante che si rigenerano e crescono davvero molto in fretta. Per favorire la cultura del legno sostenibile, AHEC ha quest’anno collaborato con il London Design Festival. Il progetto a cui è stato dato vita è Designposts. Hanno preso parte al progetto anche tre importanti brand del settore arredamento, Benchmark Furniture, Sebastian Cox e Jan Hendzel Studio.
Il progetto Designposts del London Design Festival 2021
Il progetto ha visto come protagonisti 10 giovani designer, studenti e neolaureati del London Metropolitan University e della Bartlett School of Architecture della UCL. Ad ognuno di loro è stato chiesto di rappresentare con dei legni sostenibili, quercia rossa americana in modo particolare, i distretti del design di Londra.
Ogni distretto londinese ha una sua ben precisa anima, una sua ben precisa personalità. Con questo progetto quindi non si vuole solo andare ad inviare un messaggio ecologico. Si vuole anche mostrare al mondo intero la storia e le peculiarità di ogni distretto. I giovani designer hanno trasformato Londra in un museo a cielo aperto, offrendo a tutti i visitatori la possibilità di scoprire ogni suo più piccolo segreto.
I designer e i loro mentori si sono detti felicissimi di aver preso parte a questa iniziativa, da considerarsi come un’opportunità importante in un periodo storico così particolare come quello che stiamo vivendo. Da quando la pandemia da Covid-19 infatti ha preso il via, ecco che i giovani designer si sono trovati costretti a restare lontano dalle loro scuole e dai laboratori, senza poter più studiare come facevano un tempo, senza aver modo di portare avanti le loro idee, i loro progetti. Con questo nuovo progetto ha preso di nuovo vita per i giovani designer l’iter creativo. Le loro sculture sono il chiaro segno di quanto i giovani abbiano voglia e di ripartire, di rinascere.


Designposts, ecco alcuni progetti dei giovani designer
Impossibile raccontare tutti i progetti. Oltre ad essere 10 infatti sono tutti anche molto complessi. Abbiamo deciso però di raccontarne un paio, con la speranza che queste brevi descrizioni possano far comprendere la complessità del progetto e la sua bellezza. La giovane designer Megan Makinson si è fatta carico di raccontare il distretto di Shoreditch. Il suo progetto è stato prodotto da da Benchmark Furniture. Shoreditch, un quartiere dove innumerevoli narrazioni storiche si intrecciano tra loro, un quartiere dove la cultura sovversiva degli artisti di strada è la reale protagonista. Il progetto che Megan ha creato permette di portare alla luce tutto questo. La realizzazione di Megan prende vita come un riflesso scultoreo dell’ambiente nella vetrina del negozio SCP. Si intreccia poi con altre narrazioni, per spiegare la storia del quartiere in ogni suo dettaglio. Il bello è che Megan ha deciso di dare vita ad un progetto che non fosse destinato a morire con la fine dell’esposizione. Ha dato vita ad una scultura che può poi infatti essere utilizzata come teatro di marionette.
Aude Saint Joanis si è invece fatto carico del distretto Park Royal e il suo progetto è stato realizzato presso Sebastian Cox. Il designer ha tratto ispirazione dal patrimonio industriale di questa zona della città, in modo particolare all’ex fabbrica di birra Guinness e alla distilleria di whisky. La scultura assomiglia ad una botte in fase di formazione e simboleggia la trasformazione che il quartiere ha subito nel corso del tempo e che ancora sta subendo.

