Sostenibilità dell’industria: sfide per guardare al futuro del Pianeta

Al giorno d’oggi i settori produttivi, di ogni ordine e grado, si trovano a dover fare i conti con una realtà piuttosto complessa da comprendere e, soprattutto, a cui porre rimedio nel breve periodo. Il nostro Pianeta è osteggiato da elevati tassi di inquinamento e dai danni causati dal surriscaldamento globale. A tale proposito Governi ed Istituzioni hanno iniziato a porre rimedio attraverso accordi internazionali, come quelli di Parigi, ad esempio. 

Tuttavia questi accordi non sono affatto risolutivi, per lo meno nell’immediato e, quindi, sono solo la punta dell’iceberg di innumerevoli cambiamenti per i quali tutti noi siamo direttamente responsabili. Per il settore produttivo questo significa riformulare i processi interni di lavorazione delle materie prime, nonché del loro approvvigionamento. 

Peraltro tra gli aspetti per i quali le aziende si trovano direttamente coinvolte al cambiamento globale in favore di un mercato più sostenibile riguarda il taglio degli sprechi produttivi, spesso causati da negligenze e gestioni non proprio impeccabili.

Ridurre gli sprechi e utilizzare meglio le risorse

Come dicevamo poc’anzi uno dei problemi più spinosi per le organizzazioni produttive è quello che riguarda gli sprechi di risorse. Per esempio quando si utilizzano materiali da imballaggio a carica neutra, come plastica o carta, questi causeranno accumuli di cariche elettrostatiche a seguito dello sfregamento con le superfici dei macchinari. 

Tale fenomeno causa blocchi, danni ai lotti produttivi ed enormi sprechi di risorse, ragione per cui la miglior soluzione sarà quella di provvedere all’installazione di barre antistatiche. Queste ionizzeranno l’aria, scaricheranno l’elettricità statica accumulata e, infine, riporteranno i macchinari ai massimi livelli di efficienza produttiva, dando un taglio netto agli sprechi di risorse. 

L’accumulo di cariche elettrostatiche fa sollevare polveri sottili, disallinea le merci dai nastri trasportatori e causa inceppamenti dei macchinari. Quindi oltre a causare enormi sprechi di risorse e lotti produttivi fallati l’energia elettrostatica è responsabile di un lento e progressivo danneggiamento dei macchinari. 

Carbon neutrality per tutti 

L’esempio delle cariche elettrostatiche è solo uno dei numerosi che potremmo elencare per spiegare che, dopotutto, bastano pochi accorgimenti per ridurre gli sprechi. Il concetto della sostenibilità, dopotutto, prevede che l’adozione di decisioni benefiche per un’organizzazione o una comunità si ripercuotano positivamente per l’intera collettività. 

Una sorta di logica “win-win” per la quale tutti gli attori coinvolti ci guadagnano qualcosa e, quel qualcosa, in questo caso, è la salute del pianeta e di quella delle future generazioni che lo abiteranno. Lo stesso ragionamento si applica al concetto di “carbon neutrality”, impegno serio ed ambizioso stabilito dall’Unione Europea per tutti i suoi Paesi membri. 

Tale progetto prevede la completa decarbonizzazione dei Paesi dell’Unione e, quindi, il passaggio a fonti di energia pulita rispetto all’utilizzo dei combustibili fossili. Tantissime aziende, sia B2B che B2C, stano già adottando questa strategia, proponendo una logistica completamente carbon-free oppure acquistando quote di compensazione per ogni grammo di CO2 emessa per chilometro quadrato. 

La carbon neutrality si unisce alla rivoluzione energetica che stiamo vivendo in questi anni, durante i quali sono emersi nuovi attori mondiali e nuove sfide che spaziano dalla mobilità alla salute, passando per tutti gli aspetti delle nostre vite pubbliche e private. In questo contesto le aziende devono prepararsi a vivere un periodo di grandi stravolgimenti, soprattutto in termini energetici. 

Le risorse naturali, forse raggiungeranno livelli inflazionistici molto pesanti per ancora molti mesi ed è proprio per questo che, quando domanda e offerta si saranno livellate, nessuna azienda potrà tirarsi indietro dalle responsabilità di ognuno di noi nei confronti del Pianeta. 

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